L’impennata dell’inflazione pesa sul carrello degli italiani che nel 2022 hanno speso 2,6 miliardi in più per mettere in tavola pane e pasta, ma anche la verdura è costata 2,3 miliardi in più. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti che ha stilato la classifica degli aumenti sulla base dati Istat relativi all’inflazione a dicembre che, a livello generale, fanno segnare nel 2022 l’aumento più ampio dal 1985, trainati dal rincaro dei beni energetici legato alla guerra in Ucraina che fanno soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole. Complessivamente la famiglie italiane hanno speso nel 2022 ben 13 miliardi in più per prodotti alimentari e bevande analcoliche a causa di un aumento medio dell’inflazione del 9,1%, con la classifica degli aumenti che è guidata da pane, pasta, cereali e verdure.
Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione.
“Le famiglie infatti vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti e, soprattutto, l’abitudine che si sta diffondendo di acquistare nei discount mette a rischio la qualità dei prodotti messi in tavola – spiegano il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e il Direttore Luciano Salvadori – La pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscono un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori. E’ necessario raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa. Nell’ambito del Pnrr, a livello nazionale, Coldiretti ha presentato progetti di filiera con più di 50 proposte il cui obiettivo è quello di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali”.