Erano anni che in città non scendeva più la neve per Natale. Era l’anti vigilia di Natale ma di fiocchi nevosi neanche l’ombra anzi, un sole fastidioso per il periodo, splendeva in cielo facendo sembrare fuori luogo anche le luminarie natalizie sparse in città.
Eppure tutte le illustrazioni di Natale rappresentavano paesaggi colmi di neve, di finestre accese con i camini. Un’atmosfera unica, legata alla stagionalità.
Il sindaco di quella città ricordava che quando era bambino nevicava eccome. Aveva ancora ben stampata nella memoria l’immagine della sua città con parecchi centimetri di neve. Tutto era bianco, ovattato. A casa della nonna si accendeva la stufa con la legna tenuta da parte per tutto l’anno per prepararsi al freddo delle nevicate. Le scuole chiudevano, i bambini uscivano a giocare con lo slittino e a battaglia di palle di neve. Insomma, era Natale e per quel giorno c’era sempre la neve.
Perché non nevicava più?
Il clima è cambiato, dicevano gli esperti, c’è il surriscaldamento globale. Non ci sono più le stagioni come una volta.
Il sindaco decise di chiedere l’aiuto di una esperta.
Il pomeriggio dell’antivigilia di Natale si presentò con due suoi fidati collaboratori a casa della Maria, un’anziana signora che si vociferava avesse poteri particolari e una saggezza antica e popolare che solo certe persone possiedono.
La signora sembrò non capire bene chi fossero quegli uomini che annunciarono la loro visita tramite l’assistente sociale che da qualche anno si occupava dell’anziana visto che non aveva figli e nipoti.
“Buongiorno signora, sono il sindaco e sono venuto a trovarla accompagnato da questi signori per chiederle una cosa”.
Maria era molto conosciuta in città perché quando le donne non riuscivano ad avere figli si rivolgevano a lei. Si vociferava che sapesse leggere il futuro, guardare nel passato, trovare un rimedio per qualsiasi male del corpo e dell’anima.
“Signor sindaco – disse la donna – quale onore. Prego, si accomodi nella mia umile casa ma, non si offenda, quei suoi amici non li posso ricevere, sa, la mia casa è piccola”.
Il sindaco, il quale era stato preventivamente avvisato di non contraddire mai la vecchina, fece un cenno ai collaboratori indicandogli di uscire. I due obbedirono.
L’appartamento dove abitava Maria era piccolo, solo due stanze più un bagno, ma ben curato, ordinato e pulito.
“Prego signor sindaco, le uniche poltrone che ho sono le sedie della cucina quindi si accomodi pure su quella sedia”.
L’uomo prese posto.
“Signora Maria, sono qui da lei per un motivo ben preciso. Vede, in questa città sono ormai più di vent’anni che a Natale non nevica più e questo non rende giustizia al periodo e rovina tutta l’atmosfera. Io le volevo chiedere due cose: perché non nevica più? Cosa possiamo fare per far nevicare?”.
La signora rifletté per qualche minuto e poi sorrise.
“Signor sindaco, la neve, a Natale, non scende mai per caso e se non nevica un motivo sicuramente ci sarà. Vede, la neve ce la dobbiamo meritare e se lo spirito del Natale non vuole, niente neve. Perché permettete di mettere gli alberi di Natale ai supermercati già da novembre? Perché le persone non vanno più alla novena? Perché i bambini anziché scrivere le letterine a Babbo Natale ordinano i regali con quella cosa, come si chiama, internet? Perché le persone invece di trascorrere tempo assieme corrono per comprare regali inutili da scambiare senza sentimento in pochi minuti? Dove è finito lo spirito del Natale?”
Il sindaco ascoltava con attenzione.
“Ma allora signora Maria, cosa dobbiamo fare?”.
“L’ho detto, cercate lo spirito del Natale”
“E dove si trova?”
“Nelle persone”.
“Sa signora, io sono un amministratore e devo essere concreto. Insomma, cosa dovrei fare per far nevicare?
“Organizzi un incontro con la popolazione. Faccia incontrare i cittadini in piazza e tutti assieme chiedete allo spirito del Natale di far nevicare”.
Il sindaco salutò la vecchia signora ancora più perplesso ma decise di darle ascolto.
Convocò una riunione d’urgenza con i suoi assessori, consiglieri e collaboratori e assieme decisero di fare una conferenza stampa urgente per invitare tutta la popolazione a riunirsi, la sera della Vigilia, in piazza per chiedere la neve.
La notizia, tramite internet, fu divulgata rapidamente e non mancarono le solite prese in giro e polemiche.
Alle 20:30 in punto della Vigilia di Natale il sindaco e il suo staff erano in piazza.
“Che figura – pensò il primo cittadino – non verrà nessuno”.
Alle 20:35 in piazza, con grande stupore del sindaco, si radunarono le prime persone e verso le 20:45 la piazza era gremita di gente. C’erano uomini, donne, bambini, anziani e c’era anche Maria.
Quando il sindaco la vide le andò subito incontro.
“Ha visto signora? E’ venuta tanta gente e altra continua ad arrivare, però non nevica e adesso cosa devo fare?”.
Nel frattempo arrivavano altre persone e alcuni si erano anche portati dietro slittini e sciarpe, berretti, cappelli, carote per fare i pupazzi di neve.
Di fiocchi neanche l’ombra.
“Lasci fare allo spirito del Natale”
La gente iniziava a parlare, socializzare, alcuni mangiavano il panettone e stappavano bottiglie di spumante, altri cantavano e alcuni accesero anche un falò.
I vigili urbani accorsero subito per fare spegnere il fuoco.
“Lasciateli fare!” ordinò il sindaco.
Verso le 21:30 le stelle che brillavano in cielo sparirono coperte da improvvisi nuvoloni.
Le persone continuavano a stare assieme e alcuni nonni si misero a raccontare fiabe ai più piccoli accanto al fuoco.
A mezzanotte in punto la signora Maria alzò lo sguardo verso il cielo. Tutti guardarono in aria. Il sindaco aveva le lacrime. Scesero i primi fiocchi che si fecero sempre più consistenti e decisi.
Era Natale e in città, dopo più di vent’anni, nevicava in abbondanza e la gente si ritrovava in piazza.
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Questo racconto di Gian Luca Marino fa parte di una serie di 17 racconti prima del Natale, uno per ogni giorno, partendo dalla festa dell’Immacolata.
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