(comunicato stampao)
“Ho lasciato trascorrere qualche ora dalla sconvolgente morte a Brandizzo dei cinque operai addetti alla manutenzione ferroviaria – ha dichiarato il segretario regionale del PRC-SE del Piemonte Alberto Deambrogio – per capire se, anche questa volta il copione sarebbe stato lo stesso. Purtroppo si: la solita ondata, particolarmente odiosa nel campo di chi ha responsabilità politiche e amministrative, di commenti segnati dalla commozione, dal cordoglio, dal vano auspicio che cose di questo tipo non debbano accadere. I sepolcri imbiancati, insomma, come sempre all’opera, una volta di più”. “Chi oggi piange, se ancora ha lacrime, i propri morti sul lavoro si trova nella condizione di migliaia di altri, che in questi anni hanno dovuto convertire il proprio dolore nell’amarezza assoluta di fronte a dei legislatori che considerano la svalorizzazione del lavoro, che mette in conto anche il sacrificio della vita, come qualcosa di accettabile. A fronte di una classe imprenditoriale sempre più socialmente irresponsabile e predatoria. Intendiamoci bene: dall’attuale compagine governativa è inutile aspettarsi di più delle lacrime di coccodrillo d’occasione. Sono coloro i quali non hanno remore a spargere sale sulle ferite più profonde di chi lavora e di chi un lavoro non può averlo, così come dimostra la vicenda del reddito di cittadinanza. La vicenda del declino del mondo del lavoro, però, non è iniziata con questo governo. Sono state anche compagini di centro sinistra e‘tecniche’ a fare strame di diritti, a lasciare che i salari finissero tra gli ultimi in Europa, che le condizioni di lavoro diventassero quello che sono: insopportabili”. “Se si vuole avere davvero la possibilità di guardare negli occhi senza vergogna le famiglie che oggi piangono i propri cari sfracellati su una rotaia – ha concluso Deambrogio – occorre che il commento emotivo abbia fine e inizi l’unica strada possibile per riguadagnare uno straccio di credibilità: l’azione e la lotta per riguadagnare uno spazio di dignità per il lavoro e per la vita che in esso si esplica. E’ per questo che noi abbiamo sostenuto e sosteniamo, intanto, le iniziative sindacali di queste ore e di questi giorni. Dal presidio dell’USB di Torino il 1 settembre, sino allo sciopero generale di 8 ore nella provincia di Vercelli organizzato per il 4 settembre da CGIL – CISL- UIL. Così come promuoviamo la Legge di Iniziativa Popolare per introdurre il reato di omicidio sul lavoro lanciata da USB e altri soggetti. La sfida è quella di archiviare la sistematica archiviazione di casi come questi. In un momento in cui sembra quasi che le persone non abbiano più neanche la forza interiore per protestare, dobbiamo ricostruire le condizioni affinchè queste rialzino la testa per dire basta di fronte a una classe politica che ha fatto a gara per cancellare il loro valore, la loro dignità, le loro vite”.